16 Luglio Oranje verdeoro: diario dell’estate dei mondiali ad Amsterdam
Se non fosse per i vestiti oramai sta usati e che sento il bisogno di mettere in lavatrice a 90 gradi, se non fosse che dopo tanti giorni ho pensato a una tale quantità di cose che sento il bisogno di applicare, e condividere con le persone a cui voglio bene, se non fosse che le ferie sono finite e con la solita apprensione dopodomani prenderò l’aereo per tornare a casa e l’ idea di trovare Amadou all’ aeroporto a prendermi mi riempie di gioia, mi sono talmente ambientata nell’ozio dentro a questa città che invece è operosissima, da non riuscire nemmeno bene a realizzare che la mia vita si svolge altrove.
Mi è piaciuto moltissimo raccogliere i frutti degli scorsi anni, quando a piedi o in bicicletta, ho battuto come un cane da caccia tutti i quartieri, uno a uno, facendo ricerche sulla storia di ciascuna zona; e poi assaggiando l’ acqua di tutti i laghi nei parchi di periferia, nuotando nel fiume e di nuovo perlustrando strada per strada, edificio per edificio, negozio per negozio….adesso se decido di attraversare la città mi vengono in mente almeno una decina di percorsi certi, e altrettanti improvvisati senza mai perdere l’
orientamento. Ogni ciclista ha la precedenza su pedoni e auto, tutto cambia velocità per lasciare passare un ciclista… Questo consente una leggerezza impensabile in qualsiasi altra situazione.. Dove i pedoni camminano lentamente e senza seguire una retta, o le auto reclamano il passaggio suonando o accelerando…
Insomma questa è la città ideale per un ciclista..! E’ tutto bellissimo, interessante, come se si andasse in una strada di campagna: dove il paesaggio muta ed è sempre stupendo. Impossibile non godere se soltanto alzando gli occhi si osserva il cielo, sempre in movimento, grigio o azzurrissimo, attraversato da nubi sempre diverse, e si notano le cime dei palazzi, ognuna col suo gancio per i traslochi, finestre bellissime, bovindi, balconi fioriti, decori di ogni stile, e man mano che gli occhi scendono verso terra..negozi curiosi, localini, birrerie, pub, ristorantini coi tavolini di fuori, e supermercati dentro a palazzi storici impensabili, e coffeshop con le vetrine aperte che emanano per la via profumo di marihuana, piccoli spazi dove gli arabi vendono schaorma e patate fritte, musica esce da ovunque, take away indonesiani, e dopo una certa ora gli inquilini dei palazzi si siedono sui gradini della propria porta di casa sorseggiando vino o mangiando insalata o frutta… Tutte le strade lastricate con mattoncini bruni, o attraversate da rotaie, ponticelli ovunque e chiuse, appena si esce dal centro le chiuse segnano l’ orizzonte dei canali.
Ma credo di aver capito qual’èla cosa che più mi piace di Amsterdam e che è collegata dal potere andare in bicicletta come a Milano sarebbe impossibile: è il silenzio.
Proprio il silenzio ! Già: mancando l’ eco di fondo del traffico automobilistico, si percepiscono tutti i suoni e i rumori: dal singolo passo di altri che camminano nel marciapiede dall’altra parte al passaggio di biciclette veloci, i campanelli di tram , ruote sulle rotaie, musica dai locali, passi.
Due ragazze che ridono, un colpo di tosse di un altro passante, un gruppetto di ragazzi che chiacchierano seduti su una panchina, ancora passi e di nuovo campanelli di bicicletta, usica che esce da un pub e cosi via.. Ci si sente come animali selvatici, come animali che hanno recuperato un senso!Il tutto in una città piena di vita. Questo, per me, è bellissimo. un vero godimento che terrò stretto con me per tutto il prossimo anno, a darmi forza.
Date uno sguardo alle foto del 16 Luglio 2014
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