Gli Afrikaner e i mondiali di calcio
Sconfinata.. si questo è il termine che utilizzerei se dovessi esprimere in estrema sintesi quanta è vasta la cultura di Valentina Falcioni.. le sue peripezie intrecciate ad un’accuratissima riflessione ci portano alla lettura di informazioni difficilmente reperibili.. Valentina.. se riuscissi a raccogliere e concentrare tutto il tuo sapere potresti sfornare libri a valanga… Questa volta vi lascio ad un’interessante disquisizione su un confronto tra sport, razza e immigrazione in Olanda.
L’Africa…… mi capita talvolta di chiacchierare con qualche olandese che nel dirmi da dove provenisse diceva di provenire dal sudafrica: Durban, Città del Capo, Pretoria….senza discurtere la sua “olandesità”…esattamente come un italiano nato a Sassari dice di venire dalla Sardegna…e non sente il bisogno di sottolineare di essere italiano. Questi conoscenti mi dicono di essere sudafricani: orange…..me lo dicono con la solita leggerezza…senza aspettarsi ulteriori domande.
La mia curiosità di come si sentissero della loro opinione riguardo a quanto accaduto negli ultimi venti anni, era frenata dal non voler in nessun modo urtare la loro sensibile riservatezza…
Qualche commento sul vino e sulla terra fertile, i pinguini e gli squali bianchi.
Chiedo se l’acqua che scende dai rubinetti si avvita all’incontrario che da questa parte dell’emisfero e poi sembra proprio che tutto si possa fermare a queste considerazioni… chissà dove erano e cosa facevano durante il periodo dell’hapartheid….chissà se è questo uno dei motivi per cui sono tornati in Olanda…
La mia prima riflessione sull’osmosi fra europei e cittadini provenienti dalle colonie, avvenne seriamente la volta che vidi giocare Ruud Gullit per la squadra nazionale olandese. Gli orange…
quello stesso calciatore venne in italia, “comperato” dal Milan, ci venne come olandese, nonostante la pelle scura e le treccine in testa. Nonostante le origini africane è un europeo a tutti gli effetti
Gullit: nato ad amsterdam, campione in nazionale olandese: un Orange “nero”.
Gli Orange: nome di un popolo, di una regione in africa, e anche sopranome della squadra nazionale di calcio olandese … lo sport come sempre, come tutti i giochi…fa miracoli…mi sembrava un mistero di come degli olandesi fossero là… trapiantati, in un ambiente tanto differente: fra savane, deserti e montagne rocciose; con una fauna e una flora tanto diversa se non per il fatto che proprio in quel capo vi è la dimora anche degli stessi animali migratori, rondini, cicogne, falchi, che ogni due stagioni attraversano l’emisfero per raggiungere le coste dei paesi del Nord Europa e poi tornare, dopo due stagioni, in Sud Africa.
Per un certo verso anche l’emigrazione di parte di quegli olandesi, alla ricerca del loro mondo perfetto, opposto e simmetrico, seguiva la rotta di rondini, cicogne e falchi.
Emigrarono sui loro vascelli mantenendo il nome delle loro nobili dinastie, costruendo case in un paesaggio costellato di baobab, ginestre spinose, abitato da leoni, rinoceronti, giraffe ed elefanti…e zulù, comunità autoctona di allevatori dalla pelle scura e i capelli crespi e nerissimi … confrontarono le loro diversità …..e ritennero, comunque, di rimanere.
L’olandese parlato da questa comunità olandese insediatasi in quelle regioni si chiama afrikans, e questo nome, non gode di una buona fama, svelando invece il lato più crudele di questo popolo reso anche duro dalle tempeste e insofferente alla mediazione con i popoli dei nativi.
I commerci, e lo sfruttamento di quelle zone ricchissime di materie preziose fecero la fortuna dell’Olanda: tutt’ora Amsterdam, a parte i lussuosi negozi di diamanti è piena di botteghe ricche di primizie provenienti dalle- ora “ex”- colonie: banane plantina, manghi, avocadi, ananas, e ancora c’è una vita tipica delle città portuali a misura dei popoli dei paesi colonizzati: in alcuni quartieri ci sono parrucchieri con all’interno le Mami che con mani esperte fanno dread e treccine, applicano posticci ed extention ai capelli, venditori di tessuti Univax – tipiche stoffe prodotte in olanda esclusivamente per il mercato africano….
Tutt’ora ormeggiato nel porto, quasi ad accogliere le navi, il “prins van Orange”: era, un tempo, uno dei tanti battelli appartenenti agli Orange, dinastia che dà il nome anche ad un ramo della stirpe degli attuali reali; e che ora, immagino sia un lussuoso ristorante con gli arredi originali.
Quel nome di colore o albero da frutta, che mi ricordava studi di geografia fatti alle scuole medie, quando nel centro del Sud Africa trovavo quella piccola regione annessa all’odierna provincia dello Stato Libero della Repubblica Sudafricana, passeggiando per Amsterdam ritornava presente,una presenza quotidiana.
Il territorio della attuale provincia del Sudafrica, fu fondato dai Boeri, dall’olandese boer, “contadino” e discendono principalmente dai coloni calvinisti bianchi che occuparono il Capo di buona Speranza durante il periodo di amministrazione olandese. Nella prima metà dell’ottocento una stima di 12.000 pionieri Boeri penetrò nei territori interni, allo scopo di mettersi fuori dalla portata dell’autorità britannica, per sfuggire alle implacabili guerre di confine, al colonialismo britannico e alle sue politiche di anglicizzazione, e per allentare la pressione su una frontiera sovraffollata, nella quale la terra stava diventando scarsa.
Alcuni storici sostengono che questa serie di migrazioni, in seguito note come Great Trek, venne causata perché i Boeri non furono d’accordo con le restrizioni britanniche sulla schiavitù, nondimeno di questo, come è ben documentato in numerose fonti contemporanee; le varie repubbliche fondate dai Voortrekkers avrebbero tutte racchiuso la disuguaglianza razziale nelle loro costituzioni.
Un paradossso ormai noto, considerando che i boeri erano in gran parte ugonotti discriminati in patria e che furono capaci di ripetere la stessa feroce discriminazione verso le altre comunità di nativi solo perchè “diversi”.
Il Great Trek fu principalmente il risultato del “cedimento della diga” formata dalla repressione delle migrazioni di popolazione europea e dalle pressioni sulla popolazione a seguito dell’annessione britannica delle Repubbliche Boere.
La maggioranza nera, comunque, venne esclusa dalla pari partecipazione negli affari della nazione fino al 1994 a causa della politica di Apertheid (il termine, in lingua afrikans, significa “segregazione”) attuata dalla dirigenza politica sudafricana.
Sempre per quella paradossale legge del contrapasso, l’haperteid è stata una condizione bilaterale, che gli olandesi esrcitarono nei confronti degli africani e nei confronti degli inglesi, e che portò all’esasperazione della convivenza non facile di popoli stranieri: quel solco netto che gli orange stabilirono con i popoli africani, usurpati delle loro terre, venne tracciato anche con gli inglesi, quando occuparono il sudafrica, rifiutando allo stesso modo l’integrazione, ed imponendo pesanti condizioni commerciali che molto penalizzarono la flotta delle compagnie delle indie. E la storia è nota.
Fonte: http://www.flickr.com/photos/valewhale/ di Valentina Falcioni
22 Marzo 2012 alle 15:59
Questa presentazione mi onora enormemente…..
Grazie !!!
Valentina
22 Marzo 2012 alle 23:21
E’ un onore averti con noi.. 🙂
26 Marzo 2012 alle 19:45
Cara Vale
Questa favolina”vera”sugli Afrikaner l’ho trovata molto avvincente
e poetica,posso dirti ancora :”bravissima”.
28 Marzo 2012 alle 13:44
Amavo questo blog prima e di più adesso che ci sei tu a scrivere,grazie a te imparo nuove cose sull’Olanda e leggerti è sempre un enorme piacere. Contami tra i tuoi fans 🙂
28 Marzo 2012 alle 14:41
ti conto con enorme onore!
28 Marzo 2012 alle 23:12
Grazie a voi Valentine.. questo nome ultimamente mi sta circondando sempre più.. trovo il nome Valentina ovunque… e questo non può che farmi piacere.. GRAZIE..
29 Marzo 2012 alle 00:05
questo luogo stà diventando ogni giorno più importante per me.
29 Marzo 2012 alle 11:03
@Francesco: Ma grazie e te!
@Valentina : Anche x me,dopo il mio rientro dalla prima in vacanza in Olanda ero disperatamente a caccia di notizie,di foto,di condivisione e approdando a questo blog ho trovato tutto quello cercavo. Persone che amano questo paese in modo razionale e appassionato,persone per cui l’Olanda non è solo Amsterdam,che amo,col quartiere rosso e i coffee shop,ma tutto il resto,tutto l’affascinante resto 🙂
Grazie!