Utrecht. La città dei bambini
Superate le mura, superato il fiume, superato un bellissimo giardino, la città’ si distende: le strade sono delimitate da casette in mattone e legno con bellissimi giardini dallo stile “disordinato” tipico olandese: con fiori di ogni tipo, giardini che un pittore dell’ottocento non avrebbe potuto che dipingerle in quel modo impressionista, anche se avesse voluto essere realista.
Giardini “romantici” che sembrano i boschi dipinti dai paesaggisti anglosassoni dell’ottocento …un piccolo mondo di scarmigliato davanti ogni uscio…
Ho percorso un bel viale alberato, dedicato appunto al loro amatissimo pittore impressionista, Hendrik, lungo il quale si alternno case in mattone scuro e giardini selvaggi, …un bel viale molto tranquillo percorso da giovani e sempre tantissimi bambini, una quantità’ di bambini impressionante
In bicicletta, a piedi, sui pattini, con lo skate,
Bambini; non meno di due, tre per oghni gruppo, per ogni coppia adulta….
man mano che procedevo me ne rendevo conto..
Bambini ovunque; e il corso Hendrik ne é pieno , di bambini, che cinguettano seguendo o affiancando o avanzando i genitori
E infine: il grande premio: la meta della mia passeggiata: l’ ultima casa della strada dai giardini romantici, quella oltre alla quale passa una superstrada da rabbrividire: la casa che costruì il grande architetto olandese Rietveld: la Schroererhaus.-commissionata da Truus Schröder e progettata dall’architetto Gerrit Rietveld.
Rietveld era un membro del movimento artistico “De stijl” la scuola olandese che ricercava un nuovo ideale di ordine e armonia. e La Casa Rietveld Schröder ne rappresenta alla perfezione l’ideale, difatti l’ architetto descrisse il piu’ alto pensiero della celebre pilastro dell’architettura moderna, esprimendo tutte le teorie di volumi, vuoti, pieni, fin nei mobili, e utilizzando esclusivamente i colori di Mondrian. Il più famoso dei pittori aderenti al movimento.
La casa Rietveld Schröder costituisce uno stacco netto con l’architettura precedente e oggi possiamo affermare che È stato l’edificio domestico più influente delle origini della modernità.
E stata progettata e costruita a due piani alla fine di una schiera di edifici della stessa altezza e, nonostante la totale diversità stilistica e formale non fa nessuno sforzo ad integrarsi agli edifici confinanti.
All’interno non si trova un gruppo statico di stanze, ma un open space dinamico. Il piano terra si può ancora definire tradizionale; attorno ad una scala centrale si trovano una cucina e tre camere da letto. Il soggiorno si trova al piano superiore, simile ad un attico per venire incontro alle necessità progettuali, ed è praticamente una singola stanza se si esclude una stanza da bagno separata.
Rietveld voleva lasciare il piano superiore in questo modo. Mrs Schröder, invece, voleva che il soggiorno si potesse usare in entrambi i modi, aperto o suddiviso. Questa richiesta venne soddisfatta con un sistema di pannelli scorrevoli ed a ribalta. Quando veniva diviso, il piano del salotto formava tre camere da letto, un bagno e tre piccoli soggiorni. Tra questo stato e l’open space completo si trovano numerose possibili permutazioni, ognuna delle quali comprendeva un diverso numero di locali.
Le facciate sono un collage di piani e linee i cui componenti sono volutamente separati gli uni dagli altri. Questo metodo permette di usufruire di balconi. Proprio come nella sua sedia rossa e blu, dove ogni parte ha una sua forma, posizione e colore. I colori sono stati scelti per aumentare l’effetto di “plasticità” delle facciate; le superfici sono bianche o in sfumature di grigio, infissi di porte e finestre sono neri, ed altri elementi usano i colori primari. Per arredare la casa, rispettando il binomio funzionalità, codice cromatico Rietvel progettò anche numerosi mobili, come il celeberrimo tavolo Divan Tafel (conosciuto anche come Red & Blue) del (1923).
La signora Schröder visse in questa casa fino alla morte avvenuta nel 1985. La casa venne restaurata da Bertus Mulder ed ora è un museo aperto ai visitatori.
Questa piccola abitazione monofamiliare risale al 1924. Al momento della sua costruzione era un edificio assolutamente unico, e lo è ancora oggi. Nel 2000 la Casa è entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Giustamente patrimonio dell’ umanita’ come esempio dell’architettura occidentale.
Una villetta, una tra le normali villette a schiera che costeggiano tutto il viale;
l’ ultima prima dell’autostrada,costruita negli anni sessanta.
Rientrando verso il centro ho sentito il cuore gonfio non solo dall’emozione di aver potuto visitare un monumento di questa portata e di cui stento ancora a comprendere quanto in profondità quelle osservazioni stilistiche messe in pratica siano parte del mio bagaglio estetico, ma anche dalla lezione di umiltà: il sommo architetto di uno dei movimenti più importanti dello scorso secolo si cimentò nel costruire una villetta borghese talmente in periferia da essere tutt’oggi l’ultima prima dell’autostrada. Impressionante e commovente.
E per fortuna eccomi di nuovo ad Amsterdam il porto più bello e ospitale del mondo, insieme a New York, che prima di chiamarsi così, era città’ olandese e si chiamava Nuova Amsterdam.
Ecco l’album fotografico completo.
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