Amsterdam RembrandtPark….e le colonie del Suriname
Papere e aironi; intorno a me, si avvicinano ai miei piedi nudi..mentre tento di riscaldarmi un pochino, come loro, alla fine della pioggia…
Dedicato ad uno dei più grandi pittori fiamminghi, Rembrandtpark è uno dei polmoni verdi di Amsterdam. Agli nizi del ’900 era uno spazio dedicato principalmente alla coltivazione ortofrutticola, col passare del tempo e con lo svilupparsi della citta’ verso Ovest questa area verde, che fu completamente inglobata all’interno del tessuto cittadino, divenne, nel 1958, Rembrandtpark.Un parco ai limiti della città,
adesso, dato il grande inurbamento, si trova appena fuori dal centro storico e rappresenta il confine tra i due quartieri De Baarsjes e Slotervaart ad Est ed Ovest. A Sud invece Rambrandtpark confina con Vondelpark, infatti è possibile passare da un parco all’altro rimanendo sempre immersi nel verde, oppure, per raggiungerlo si può percorrere la strada Overtoom, che e’ larga, ed ariosa ….al centro passano i tram e ai due lati ci sono soltanto belissimi palazzi, di stile art decò, quasi tutti dei primi del novecento, con raffinati bovindi, boiserie e decori in maiolica e legno; Overtoom e’ una strada luminosa e allegra, piena di ristoranti e bei negozi; poi alla fine della strada basta attraversare un canale e si trova la bellissima piazza Surinameplein chiusa in parte da un palazzo a pianta semi-circolare nel classico stile dell’architettura “socialista” olandese. La piazza fu progettata e costruita nel 1920, e prende il nome dalla colonia olandese del Suriname, isola sulla costa settentrionale del Sud America, indipendente dal 1975,. Le strade del quartiere intorno a questa piazza che segnano il confine col parco, hanno anch’esse il nome di luoghi nel Suriname e nelle Antille olandesi..nell’insieme è un bel quartiere residenziale tutto di case a due piani…che vorrebbe esser severo, ma alle finestre ci sono vasi di fiori e bei giardinetti all’ ingresso e quindi intenerisce…
Rembrandtpark non e’ molto famoso tra i turisti che ogni anno visitano Amsterdam, ma è una delle mete preferite tra gli abitanti, e’ sicuramente molto piu’ tranquillo, e offre bellissimi scorci tra canali e alberi, immensi prati e anche molti spazi per bambini e per fare esercizio fisico : ospita anche un angolo dove sono stati installati degli attrezzi da palestra, bilancieri, panche per addominali etc. disponibili per tutti
E al centro si trova, una piccola fattoria con oche, conigli, maiali e galline, insomma, un ricordo di quello che il parco era in passato e anche un’occasione per i tanti bambini che crescono in città, di vedere animali che altrimenti vedrebbero solo sui libri di scuola.
Rembrandt Park è bello e selvaggio, enorme, chiude il quartiere Oud West a così da separarlo dai grattacieli residenziali più periferici ….
il giorno che ho deciso di andare a visitarlo, in una tregua fra un temporale e l’altro … c’era una calma impressionante.
Mi sono addormentata su una panchina di fronte a uno dei tanti laghetti, al mio risveglio, vicino a me i merli, incuriositi dai miei piedi si avvicinavano saltellando… Distante, al centro del lago, un bell’ airone controllava immobile… Nonostante il vento così forte che piegava le fronde degli alberi come fossero vele di navi…
I grattacieli che si affaciano dalla parte opposta al parco sono bruttissimi, visti da questo paradiso naturale sprofondato nel silenzio, ma e’ proprio su questo paradiso che hanno la vista…. Insomma: mi sono sforzata di cogliere da qualche parte lo “squallore”, mi è capitato di vederlo spesso; ma, considerando che questa è anche una capitale, conserva comunque quel lustro, quell’ attenzione ad apparire stabile e sovrana; difatti è in questa città che si creano le trattative istituzionali, si progettano le misure finanziarie; questo è il cuore pulsante della nazione, gli uffici possono essere ovunque, ma è quì che si incontra il pubblico, il potere forte delle nazioni, e il denaro….
Amsterdam ha i suoi muscoli in mostra, lo sforzo di essere una isola di pace nel cuore dell’ Europa, comporta uno sforzo enorme, una coscienza sempre sensibile, e il suo essere ” dolce” che si può definire la sua prova di forza; forse in questo c’è qualcosa che spaventa il levantino, che lo mette a disagio , che gli fa definire gli olandesi:”gente falsa”….. Fattosta’ che lo squallore come lo intendo io da italiana, ovvero lo scempio della bellezza, della natura, dell’ identità artistica, architettonica, questa ferita mortale che è accaduta in Italia, colmandola di bruttezze, speculazioni di basso profilo, disamore verso le comunità, i residenti,(in Italia e’ successo di tutto), ecco: ” quella roba lì….. ” , con quella crudeltà- , qui non e’ stata fatta ……
Qui in Olanda gli olandesi si son trattati bene, come ovunque, e forse per questa ambizione a darsi quello che per loro è meglio e ”giusto”, ma ragionando in termini di una sorta di “pragmatismo da marina” che poi li priva di dialettica …. che sono un greggie disciplinato, che non vuole problemi.
Ai miei occhi di estranea, ritengo che nelle conseguenze la storia abbia messo in luce che anche questo atteggiamento è pieno di contraddizioni, e che a furia di essere pragmatico talvolta si sia rivelato poco pragmatico, e abbia scarseggiato di intelligenza: nelle loro avventure coloniali è visibile il paradosso, dopo tante miglia percorse, gli orange erano assolutamente insensibili alle comunità residenti che andavano conquistando… conquistando come i Polder, che si strappano con la forza, al mare, agli indigeni, (e li’ gli olandesi ” crearono l’ Olanda”) , questo li ha portati, a furia di proclamare che “ a ognuno il suo spazio invalicabile” ad aver dimostrato un razzismo viscerale, questo lo ammettono proprio gli olandesi piu’ sensibili, con i quali ho discusso al parco… Sentono la difficolta’ che sta creando il problema del razzismo, la scarsa sensibilità verso l’esigenza dell’assimilazione (credo generata dalla cultura della pillarization) ha il suo risvolto negativo….crea cesure che nei momenti difficili inaspriscono le difficoltà di convivenza….riferiscono giustamente che in Belgio è stata provata una formula migliore, ho notato che la media dei cittadini è preparatissima e , come un “apriti sesamo”, in grado di definire una opinione asciutta della situazione, sottolineando la coscienza del singolo cittadino a prendere posizione come impone una democrazia eccellente….
Ma mi ha chiarito ancor meglio le idee quello che mi ha detto l’ ubriacone, -al parco si incontrano tutti i tracimati da tutto il mondo-, in un inglese chiaro sebbene strascicato, mi ha detto che è venuto ad Amsterdam per farsi i cavoli suoi in pace….
Metti questa regola con il senso di disciplina e voglio vedere che cosa gli potesse passare agli “Orange” per la testa rispetto alla contrarietà dei nativi o degli schiavi delle loro colonie, per esempio, – una verso la quale si senton maggiormente coinvolti, quella del Suriname nelle Antille…….. “punto primo: ognuno fa quello che deve fare….punto secondo: ognuno deve farsi i cavoli suoi in Santa pace senza recare rotture di coglioni, compresi voi. ”
Ecco lo slideshow.
Tag: Amsterdam, parchi, Racconti viaggio
27 Gennaio 2013 alle 11:51
Soltanto già a vedere le immagini sull’Olanda mi da serenità.