Vondelpark, cosa si nasconde dietro
Passeggiando al Vondelpark, (il parco ottenuto dalla bonifica di una ampia zona paludosa a quei tempi periferica, bonificata dall’ altissima società che lì anda a caccia… territorio in seguito reso parco su progetto degli architetti Zocher, aperto al pubblico e donato ai cittadini nel giugno del 1865), si scorgono, come una quinta di teatro, belle ville la cui immagine si riverbera perptualmente negli specchi d’ acqua di laghetti e canali, progettati in modo scenografico.
Non avevo mai fatto troppo caso a “chi e come” vi stesse dietro….. chi vivesse “dentro” a quello sfondo, quella quinta di teatro da favola….quinte arricchite da ulteriori darsene, parchetti e lussureggianti giardini.
Dietro a quelle bellissime ville… c’è un quartiere che è come una roccaforte, protetto da un lato dal parco , dall’ altro dai tre musei fra i più visitati al mondo , e infine da un placido canale viabile…..ed appartengono all’elite, ai nobili e al vertice politico… ( questa e’ pur sempre una capitale ).
Questo quartiere è un magnifico quartiere residenziale talmente esclusivo da non avere alcuna citazione nemmeno sulle guide turistiche ed è riportato con solo qualche cenno nei libri di architettura; è “la città proibita” in cui vive la classe dirigente! Difatti nel cosiddetto “gomito d’ oro”,- zona dell’Herengracht che deve il suo nome all’immensa ricchezza degli armatori e dei mercanti che vi risiedevano e che si trova appena superato il Rokin-, sono edificati i bellissimi i palazzi,dei mercanti, che seppur lussuosi non perdevano la loro funzionalità: al piano terreno si stivavano le scorte dei materiali preziosi e su quei magazzini si edificavano gli appartamenti, e i mercanti più ricchi facevano a gara per la facciata più bella, eccentrica, decorata con stemmi, oro, stucchi, maioliche, ferri battuti, scritte e anche con marmo; come dire: materiali preziosi….a far notare la propria capacità di raggiungere luoghi lontani e avere il potere d’acquisto per possedere quello che in Olanda “non esiste”.
La “Città Proibita” è “di più”, è al di là anche di questa esibizione: percorrendo le belle strade lastricate con mattoncini color legno a sembrare un parquet, si osservano ville bellissime, circondate da magnifici giardini..
Queste ville, viste dal parco sembrano edifici dolci, sul retro invece mostrano tutta la loro potenza.. Potere: non si usa più l’oro; per dimostrare questa potenza gli architetti del secolo scorso hanno declinato forme, ausertere alternate a bowinow ricercati, luminosi e con vetri colorati splendidi, l’eleganza è visibile in ogni dettaglio anche di bellissimi decori e tende di pizzo, dai quali si scorgono composizioni di fiori recisi, tulipani e fiori di prato, messi nei vasi come nelle nature morte dei pittori del cinquecento…….i muri esterni sono sobri, secondo la scuola degli architetti olandesi, rivestiti anch’essi di mattoncini disposti in varie direzioni a fare un decoro quasi da boiserie da esterno…. Insomma: percorrendo quelle strade sembra di stare nel “mondo a parte”, un mondo che appare completamente autosufficiente…..
Il ginnasio edificato nel quartiere sembra un college, tutto in mattoni e archi romanici che trasformano il piano terreno in un passaggio, ( e non mi sfugge la portata simbolica di questa idea ) …., sul retro il liceo si specchia in una fontana dal gusto Jugendstijl tipico del periodo nazista..e anche lo la grandezza della piazza che circonda la fontana ricorda il gusto architettonico e urbanistico di quei tempi;
Poco distante un campo di calcio accoglie una partita di ragazzi, che giocano con maglie arancioni o nere:…. i giovanissimi pulcini del calcio olandesi, i campioni che tutto il mondo compera pagandoli a peso d’ oro, giocano anche quì….dentro alla “città proibita”
Quasi deserta, appare davvero distante migliaia di miglia dal vortice di vita e movimento che popola il resto di Amsterdam…. quasi immobile se non per due bellissimi giovani che prendevano l’ aperitivo appoggiati al balcone, anzi terrazzo, una immagine di un erotismo incantevole….
…. per sbaglio, senza pensare a cosa facessi e se avessi i vestiti adeguati per accedervi, prendendo una delle uscite laterali di Vondelpark sono finita nel Quartiere eletto….. ricopiato dai primi che decisero di abitare nelle colonie senza il fastidio dell’idea di ricominciare da capo…..senza farsi mancare nulla, senza cambiare nulla…. come se l’ ambiente intorno non fosse nè quello delle praterie all’ interno delle Americhe, o delle savane alle spalle del Capo Horn… o il polder; il modello riprodotto-identico-ovunque… indifferente al fondale, al clima, all’ambiente
ieri ho attraversato il modello originale del quartiere, il Prototipo “uguale” a come
immagino siano tutti gli altri nel mondo toccato, conquistato, occupato, commerciato depredato, posseduto, dagli olandesi fino a quando non son stati cacciati
uguale anche a Nieuw Amsterdam, talmente “jeenkee” che conserva ancora due borghi con lo stesso nome di quelli vicini alla Amsterdam europea: cambia solo il modo di scrivere e pronunciare: in America si chiamano Brooklyn e Harlem… In Olanda, invece, Breukelen e Haarlem .
Ecco lo slideshow.
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