Nico Chiapperini, un fotografo italiano in Olanda
Nico Chiapperini, un italiano che per motivi di lavoro ha dovuto trasferirsi in Olanda, una permenenza inizialmente breve ma poi divenuta duratura tanto da trasformarsi in definitiva per un’accoglienza che in un primo momento freddina poi si è rivelata stupenda, merito di qualcosa di bello che poi è accaduto successivamente e che ha tracciato in modo indelebile il suo futuro.
Quando ho conosciuto Nico, sono rimasto sbalordito dalle foto sul suo sito nictures.com che vi invito a consultare… guardate con attenzione i suo progetti personali nella sezione Gallery, in particolare ‘Moments in Between’. In realtà come da lui stesso riferito, fare il fotografo non è il lavoro con cui si guadagna da vivere, anche se si è dilettato già a fare qualche lavoretto per dei matrimoni, con grande soddisfazione.. eppure a breve potrà già esibire ufficialmente in Olanda foto del suo progetto piú caro. Certo ha fatto anche dei corsi specializzanti, ma la bellezza dei suoi lavori è frutto soprattutto dell’impegno, della dedizione, dell’amore e della passione che ci mette.. non è da tutti individuare le scene e i dettagli più particolari da riprendere aspettando il momento giusto.. Quello che più mi ha reso contento è apprendere dalle sue parole che ha imparato ad apprezzare questo Paese anche grazie ai post di BlogOlanda. Per me è motivo di grande soddisfazione e gioia, perchè vuol dire che questa risorsa assolve allo scopo per il quale è stata costruita. Nel seguito potrete leggere, tra domanda e risposta, la storia di un italiano in Olanda davvero interessante che ha tanti bei progetti per il futuro e che sono sicuro si realizzeranno.
La prima domanda é doverosa e scontata: raccontaci come sei arrivato in Olanda.
La società italiana per cui tutt’ora lavoro, ha comprato un’azienda olandese più di tre anni fa. Entrambe le compagnie si occupano di impianti e servizi per centrali elettriche dotate di turbine a gas. Mi é stata offerta la possibilità di lavorare in Olanda per sei mesi, per supportare l’integrazione delle due società. Sono arrivato ad Arnhem nell’Ottobre 2007, i sei mesi iniziali sono diventati subito 12 dopo poche settimane e… beh ora sono tre anni che vivo in Olanda.
Come é stato il primo impatto con il nuovo Paese?
Terribile… Per un italiano arrivare in Olanda poco prima dell’inverno é un’esperienza devastante: la pioggia e il cibo ti mettono decisamente a dura prova. Come se non bastasse, Arnhem si é rivelata una città fredda all’inizio, ovviamente non mi riferisco solo alla temperatura. La gente mi è sembrata un po’ chiusa, sebbene molto educata e corretta. Probabilmente è stata anche la mancanza di turisti stranieri a rendere la mia integrazione non immediata. In alcuni momenti credo davvero di aver sofferto di solitudine. Ovviamente con il tempo le cose sono migliorate notevolmente. Ho trovato una squadra di nuoto con cui allenarmi, mi sono fatto degli ottimi amici, ho scoperto la bicicletta e ho cominciato a fare fotografie in casa e ovunque andassi… non esagero a dirti che la fotografia mi abbia in un certo senso salvato. Vedere la realtà che mi circonda attraverso un obiettivo, mi aiuta a inquadrarla, scusa il voluto gioco di parole. Non solo, mi sono appena sposato con una ragazza olandese, con la quale convivo felicemente nella bellissima Den Bosh: mi ha detto che le ho aperto il cuore quando le ho parlato per la prima volta delle mie foto. Dopo averla conosciuta, la mia esperienza in Olanda è passata da bella a stupenda, e anche in questo caso la fotografia ha dato il suo contributo.
Questa è un bella notizia, sono davvero contento per te. Raccontami come hai scoperto la fotografia.
Il mio primo contatto con la fotografia l’ho avuto all’età di 10 anni. Ero in gita scolastica e avevo con me la macchina fotografica di mio padre. Ho scattato una settantina di foto a dei dinosauri finti, in un parco per bambini. Ricordo così bene la mia gioia e il mio orgoglio per quelle immagini, così come ricordo le parole di mio padre: “Avresti potuto comprare delle cartoline, sai quanto mi è costato sviluppare tutte queste foto?”. Ero un bambino molto sensibile e in un click ho messo fine alla mia esperienza fotografica. Mio padre ovviamente non voleva stroncarmi, anzi, ricordo il suo tentativo di insegnarmi a fare foto migliori, ma ormai era fatta. Scelsi tutt’altre strade e mi incrociai di nuovo con la fotografia soltanto quando mi laureai in ingegneria aerospaziale. Alcuni miei amici mi regalarono una compatta digitale per quell’occasione. Così, senza il fantasma dei rullini, cominciai a scattare foto e riscattare me stesso… ho fatto un altro gioco di parole, ma rende bene l’idea.
Guardando le tue foto è palese notare che per te la fotografia è qualcosa che va ben oltre il semplice hobby: vedo una grande passione e sono sicuro che ci dedichi molto tempo e risorse. Come ti sei formato?
Sono un autodidatta fin dal primo giorno. I miei lavori sono frutto di centinaia di errori, sforzi e nottate in bianco sui libri di fotografia dei maestri e su internet. Non ho frequentato nessuna scuola, ho però seguito due workshop di fotografia: il primo in Toscana con David Halan Harvey, mentre il secondo a Marrakech con Stefano Pensotti. Sono state due esperienze molto diverse, in posti differenti e con un differente metodo di insegnamento. Entrambe comunque eccezionali e di grande stimolo per crescere e continuare a fotografare. Ho potuto confrontarmi con fotografi molto bravi, ho imparato a lavorare su progetti e a raccontare storie con più immagini.
All’inizio mi hai detto che lavoravi per un’azienda italiana quando sei arrivato in Olanda, ora fai solo il fotografo? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Attualmente lavoro ancora per l’azienda italiana, non ho intenzione di lasciare un lavoro che mi piace e mi da tranquillità e sicurezza economica. Nello stesso tempo mi sto muovendo in diverse direzioni per lavorare nel tempo libero come fotografo. Ho scattato delle fotografie a due matrimoni per conoscere questo tipo di esperienza. E’ stato massacrante, una giornata intera sempre con le antenne diritte per non perdere i migliori istanti, e poi ore e ore al computer a selezionare e lavorare sulle foto. Non immaginavo fosse un lavoro tanto pesante, come non immaginavo la grandissima gioia che si prova, quando gli sposi ti fanno i complimenti per le foto che hai scattato: si tratta di una grande responsabilità, è un giorno unico e indimenticabile per una coppia. Sicuramente scatterò fotografie ad altri matrimoni, ho bisogno di far crescere il mio portfolio ed è un lavoro che si sposa benissimo con il par-time… un altro gioco di parole, devi farci l’abitudine!
Cambiando totalmente genere, mi piacerebbe moltissimo poter fare fotografie per reportage di viaggio, ma il settore editoriale è davvero in crisi e per i giovani è molto difficile farsi conoscere e avere occasioni. In ogni caso ho qualche contatto e potrei avere la possibilità di fotografare e documentare progetti umanitari: potrebbe essere un’opportunità davvero interessante e sarebbe anche per una giusta causa.
Poi, proprio in Olanda, esibirò alcune foto del mio progetto Moments in Between nella galleria ABC Treehut, a Den Haag, dal 15 Gennaio al 28 Febbraio 2011. Vorrei farne presto un libro, sul mio sito ho pubblicato qualche foto. Sempre a proposito di libri, diverse foto che ho scattato in Marocco, faranno parte di un libro che uscirà all’inizio del prossimo anno.
Ultima domanda: scegli una foto che hai scattato in Olanda e raccontamela.
Mmhh… Questa qui, si, tra le mie preferite. Passeggiavo nel centro di Den Bosch un sabato mattina. Era una bella giornata, solo qualche nuvola qua e là. Ho sentito della musica e mi sono avvicinato incuriosito. Ho visto dei musicisti con un aspetto retro, così ho cominciato a scattare qualche foto. Sono rimasto lì molto tempo, la musica mi piaceva, c’era un atmosfera piena d’allegria e molta gente intorno. Proprio quando stavo per andare via, ho visto con la coda dell’occhio una bellissima bimba. Si avvicinava saltando e ballando, con una gioia e innocenza unica. E’ stato tutto automatico, ho aspettato che si posizionasse nel posto giusto della scena e ho scattato mentre era in volo. L’espressione sorpresa e divertita dei musicisti ha fatto il resto.
Mi piacciano diversi generi di foto, dal paesaggio al ritratto, a colori o in bianco e nero. Mi diverto anche a sperimentare con immagini astratte, ma se mi chiedi cosa sia davvero per me la fotografia, ti rispondo mostrandoti questa foto: c’è tutto il mio pensiero in essa.
Nico, ti ringrazio per la chiacchierata, è stato davvero un piacere. Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo, sono sicuro che farai molta strada.
Grazie a te per avermi concesso questo spazio e per tenermi informato su quanto accade in Olanda con il tuo blog. Ho imparato ad apprezzare questo Paese anche grazie ai tuoi post.
Tag: costo vita, famiglia, fotografia, italiani, olandesi, Racconti Viaggi, Tolleranza e Repressione
28 Ottobre 2010 alle 08:49
[…] I gave Blogolanda an interview, unfortunately it is only in Italian. You can read it at this link. […]
28 Ottobre 2010 alle 08:54
[…] leggere l’intervista che mi ha fatto a questo link, ci sono anche alcune […]
18 Dicembre 2010 alle 14:13
I più sinceri complimenti ad un vecchio amico, riscoperto con la sua delicatezza nelle immagini che scatta
19 Dicembre 2010 alle 13:36
Bellissima intervista! Bellissime foto!
Mi interesserebbe intervistare Nico Chiapperini anche per il mio giornale online.
Francesco, segnalagli il mio sito e se vuole può mettersi in contatto con me per parlarne, dopo il 10 gennaio.
Cari saluti,
Cristina
20 Dicembre 2010 alle 21:40
Nico ha risposto al tuo appello.. lo trovi nella tua email e con l’occasione mi ha segnalato il link al suo sito che riporta la data della sua mostra e che con gioia riporto qui:
Moments in Between – Esibizione – 16 Gennaio- 27 Febbraio 2011, Den Haag (NL)
25 Maggio 2012 alle 14:20
mi presento mi chiamo carlo ho 45 anni è amo la fotografia da quando ho visto una mostra di mapplethorpe.Ancora di più mi piace l,Olanda è sto facendo un pensierino e trasferirmi.Hai qualche consiglio da darmi sopratutto per il lavoro.